Mobile world congress 2018: il mondo dei telefoni smartphone applaude il rientro trionfale di Nokia. Il famoso brand, che era stato dato per morto e sepolto da tutti i suoi competitor d’oltreoceano, ritorna in campo con un nuovo modello che punta a essere un diretto rivale di Samsung, Huawei e Apple.
La storia di Nokia è un perfetto esempio di come la mancanza di fiducia nell’innovazione e un’eccessiva staticità aziendale possano ferire a morte anche un gigante della tecnologia come l’azienda finlandese. Già, perché proprio colui che era stato il leader indiscusso nella vendita di telefoni cellulari nei primi anni duemila, ha sbagliato per anni la strategia da seguire per creare lo smartphone migliore.
L’inizio del declino
La crisi inizia già nel 2011. Apple aveva presentato il suo iPhone nel 2007, Android era nato nel 2008, e in poco più di due anni entrambi erano riusciti a erodere con forza le quote di mercato della ditta finlandese. Nokia era ancora leader della vendita di telefonini tecnologici, sviluppati con Symbian, ma la grande versatilità di Android come sistema operativo, e soprattutto i continui aggiornamenti e i nuovi modelli sviluppati dalle ditte rivali, finiscono per relegarla alle ultime posizioni del mercato.
Prima di darsi per vinta, Nokia inizia una poco fruttifera alleanza con Windows. Lancia le serie Lumia e Asha sviluppate sul sistema operativo leader nei pc ma quasi assente fra gli utenti telefonici. Ancora una volta si tratta di una scelta poco lungimirante. I telefoni Windows non offrono la grande varietà di app e giochi di Android e Apple, quindi sono poco attrattivi in un mercato sempre più orientato al touchscreen e all’interattività.
Una riflessione interna
Solo due anni dopo, nel 2013, Nokia è assorbita da Microsoft. Olli-Pekka Kallasvuo, ex direttore generale della ditta nordica fino al 2010, ha confessato in seguito che il gap tecnologico non era stato il solo responsabile della disfatta dell’azienda. Le dinamiche interne dei responsabili di dipartimento avevano preparato il terreno. Il nome Nokia, infatti, era da sempre associato a parole come “affidabilità” ed “efficacia”. Durante il primo cambio tecnologico a Symbian (2005-2010) i suoi dirigenti avevano preso il leitmotiv dell’azienda così alla lettera da trasformare le sfide aziendali in sfide personali. La minaccia non era più il competitor esterno ma il possibile rivale interno nella compagnia.
La rinascita
Dobbiamo aspettare fino al 2017 per vedere il primo cellulare Nokia basato su Android. Dietro al nuovo telefono non c’è però Bill Gates ma una nuova azienda finlandese, HDM Global, composta da molti ex lavoratori Nokia. Il suo CEO, Arto Nummela, è proprio uno di quei dipendenti che ha vissuto tutte gli alti e bassi dell’azienda. La differenza fondamentale con il vecchio staff manageriale risiede proprio nella grande fiducia nell’investigazione tecnologica, che ha portato in poco più di un anno alla produzione di smartphone all’altezza di rivali come Samsung e Huawei. Ed è proprio verso oriente che si combatteranno le nuove sfide.
Le nuove sfide
Le ambizioni mondiali della Cina hanno portato il Paese orientale a sviluppare ben uno su cinque dei brevetti essenziali per il 5G, la nuova tecnologia che sbarcherà sul mercato nel 2020. Con una velocità di download di quasi 20Gb al secondo, amplierà enormemente la possibilità di trasmissione di dati: pensiamo a quanto ne gioveranno la chirurgia a distanza e l’industria automobilistica, per esempio. La connessione fra persone passerà in secondo piano rispetto alla connessione fra le macchine. Siamo sicuri che questa volta la nuova Nokia non ripeterà gli errori del passato.
Fonti:
https://elpais.com/tecnologia/2018/02/27/actualidad/1519724491_836055.html
http://www.bbc.com/mundo/noticias/2011/02/110209_1120_nokia_memorandum_ceo_futuro_dc
https://www.elblogsalmon.com/empresas/nokia-el-hundimiento-de-un-gigante