Sono moltissimi i modi in cui gli amanti della natura possono contribuire a salvaguardare le specie e l’ambiente semplicemente sfruttando qualcosa che hanno sempre a portata di mano: lo smartphone. Infatti, esistono decine di progetti di citizen scienceche necessitano dell’aiuto dei cittadini per contribuire a studi per la protezione del nostro pianeta e dei suoi abitanti.
App per contrastare l’inquinamento
Esistono molte forme di inquinamento, che danneggiano sia l’ambiente sia la nostra specie, direttamente o indirettamente. La più celebre è quella della plastica, che impiega più di 400 anni per decomporsi, e nel frattempo soffoca centinaia di specie di animali, impedisce alcuni processi naturali e aumenta l’incidenza di alcune forme di cancro se ingerita. Ogni anno, solo in Europa ne produciamo oltre 25 milioni di tonnellate – quasi quanto 200mila balenottere azzurre. L’app Dreckspotz consente di fotografare e condividere in una mappa i punti in cui si trovano questi rifiuti, per individuare dove si trovano più spesso e dove occorre intervenire per rimuoverli. Naturalmente, ognuno può contribuire rimuovendo i rifiuti e portandoli nel punto di raccolta più vicino.
App come Loss of the Night consentono di quantificare l’inquinamento luminoso, ovvero la presenza eccessiva di luci nel cielo, di giorno e di notte, che interferisce con l’osservazione delle stelle, la riproduzione e l’orientamento degli animali e la salute umana. Proprio strumenti come questo hanno consentito di eseguire esperimenti su larga scala, come #Lascienzasulbalcone, esperimento attuato durante il lockdown della primavera del 2020, ideato dal ricercatore del CNR (Centro Nazionale delle Ricerche) Alessandro Farini e dal divulgatore e astrofisico Luca Perri. L’obiettivo è stato quello di quantificare linquinamento luminoso determinato dall’Italia, uno dei più inquinati del mondo sotto questo aspetto.
Similmente, è possibile valutare l’inquinamento acustico. L’app OpeNoise è stata sfruttata in una seconda parte di #Lascienzasulbalcone, che si è occupata proprio dei rumori eccessivi presenti nei nostri ambienti, che danneggiano la nostra salute fisica e psicologica. App simile è NoiseTube. È possibile persino tracciare l’inquinamento odoroso grazie a NOSE – Network for Odour Sensitivity, dove si possono segnalare casi georeferenziati di odori molesti.
Junker riconosce i rifiuti, scannerizzando i codici a barre dei prodotti, e fornisce le informazioni necessarie al suo corretto smaltimento, sia indicando i materiali di imballaggio sia mostrando la posizione di ecocentri e cassonetti.
App per combattere gli sprechi
Gli sprechi comportano costi ambientali in termini di smaltimento e di consumi inutili per estrazione di materiali, produzione, imballaggio e trasporto. Quindi, evitarli è un imperativo per salvaguardare l’ambiente e il clima (oltre che un vantaggio per il portafogli). Alcune app aiutano nella riduzione di sprechi e nel corretto smaltimento dei rifiuti, contribuendo a queste cause.
AWorld è stata scelta dall’ONU per supportare la campagna ActNow contro la crisi climatica. Lancia “sfide” collettive, supportate da aziende e istituzioni, per ridurre gli sprechi all’insegna del gioco. Consente agli utenti di monitorare i miglioramenti delle proprie abitudini, ad esempio rispetto ai litri d’acqua consumati o ai chili di CO2 emessi.
Un altro esempio di app che contribuisce a ridurre gli sprechi è Too Good To Go. Commercianti e ristoratori mettono a disposizione dei suoi utilizzatori il cibo invenduto a fine giornata, a prezzi ridotti. Nell’acquistarli, i consumatori risparmiano e contribuiscono alla lotta contro lo spreco alimentare, che ha un grande impatto ambientale. Infatti, circa il 14% del cibo prodotto viene gettato quando è ancora edibile, costituendo il 7% delle emissioni di gas serra
App e natura
Sono tantissimi i programmi che consentono di segnalare avvistamenti di animali, vegetali e altre specie, per consentire agli scienziati di osservarne gli spostamenti, le abitudini, le caratteristiche. Un esempio è NaturKalender, per il monitoraggio dei cicli vitali delle specie attraverso le foto degli utenti.
iNaturalist è uno delle app di citizen science più celebri. La persona può condividere foto di animali, piante o funghi, che saranno identificate e categorizzate grazie all’aiuto di un’intelligenza artificiale e della community. Tutti gli utenti, infatti, possono suggerire la specie a cui appartiene un soggetto, dialogare e condividere curiosità, trovando un terreno di scambio tra semplici appassionati e persone più esperte. Selezionando le foto, l’app propone una breve descrizione dell’essere vivente, una galleria di immagini inerenti e una mappa che mostra dove sono state fatte osservazioni analoghe. Nell’app esistono anche molte guide e una sezione progetti dove gli utenti monitorano i parametri di una specifica zona geografica, contribuendo attivamente a campagne di monitoraggio. Attualmente, l’app include foto di oltre 85mila specie.
Simili sono:
- Project Noah, che contiene anche progetti scientifici a cui l’utente può aderire;
- l’app Seek;
- PlantNet, specifica per le piante;
- eBird, per gli uccelli;
- iMammalia, sui mammiferi;
- Spot-a-Bee, per le api;
- ButterflyCount, relativo alle farfalle;
- SpiderSpotter, sui ragni;
- Pilzfinder, per i funghi;
- InNat, sviluppata in Italia per salvaguardare alcune specie di insetti e poi ampliata successivamente ad accogliere altri animali e vegetali;
- UMAPIT, per le specie in città.
Ne esistono, poi, molte altre, ad esempio su coccinelle, licheni, ortotteri (l’ordine di insetti che include i grilli). Grazie a queste app, negli anni i ricercatori possono ricostruire gli spostamenti e i cambiamenti delle popolazioni delle specie: informazioni utili a salvaguardarle e a capire come gli ecosistemi cambiano a causa della crisi climatica.
App per contrastare la crisi climatica
L’eccessivo riscaldamento globale comporta conseguenze sempre più catastrofiche per il pianeta, e le prospettive non sono rosee. Esserne consapevoli e studiare il fenomeno nel dettaglio è importantissimo per contrastare il problema. Così, anche installare applicazioni a tema può dare contributi significativi. Getclimate, app ideata dal CMCC (Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici), permette di visualizzare dati climatici globali e tiene traccia delle medie mensili attraverso le quali è possibile ripercorrere la storia climatica di un dato luogo in un dato periodo.
Per dare contributi attivi, un esempio di app utile è GrowApp, che consente di osservare i cambiamenti climatici fotografando periodicamente lo stesso ambiente. Ci sono poi applicazioni che si concentrano su aspetti più specifici legati alla crisi climatica, come acqua e suolo. CoastSnap è utile per ottenere fotografie che mostrano i cambiamenti delle coste nel tempo e CrowdWater serve a raccogliere dati idrologici perché gli scienziati possano ideare modelli per prevedere secche e allagamenti. Con Teabag Index ci si può far coinvolgere in veri e propri esperimenti: la persona pianta una bustina del tè nel terreno e la raccoglie dopo 3 mesi. In questo arco di tempo, il suo contenuto si sarà decomposto in modo più o meno avanzato: un’informazione che, condivisa tramite l’app, sarà utile agli scienziati per valutare la qualità del suolo.
Le app di citizen science per ambiente e natura
Ci sono ancora tantissimi esempi di app che contribuiscono a salvaguardare la vita sul nostro pianeta, e sono in aumento. D’altronde, anche la partecipazione a questi progetti è in crescita: un connubio da cui sia i cittadini, sia gli scienziati, sia la conoscenza risultano arricchirsi.
Con la collaborazione di Davide Sarcinelli
Fonti:
- Il Post, 2021. È stato un grande anno per la scienza partecipata.
- Spotteron, EU-citizen science.
- Scientific American, 2013. 8 apps that turn citizens into scientists.
- National Geographic, 2019. The world’s plastic pollution crisis explained.
- Geneva Environment Network, 2021. World Food Day 2021.