Razza e razzismo nella storia: come si arriva all’eugenetica nazista?

Gli scienziati hanno speso molte parole per chiarire una volta per tutte l’assenza di scientificità del termine “razza”, soprattutto negli ultimi anni, a seguito della proposta di un gruppo di antropologi di eliminare questa parola dal testo della Costituzione italiana. È stato ormai provato da tempo che le razze umane non esistono, sia dal punto di vista della genetica e della biologia, che dell’antropologia. Eppure l’idea che esistano differenti razze umane non sembra voler scomparire per sempre e i conseguenti fenomeni di razzismo salgono continuamente alla ribalta delle cronache; questo è, almeno in parte, dovuto a una pesante eredità che persiste da secoli, spesso anche grazie a errate interpretazioni fatte dagli scienziati stessi.

Nell’antichità non esisteva un vero e proprio concetto di razza, ma certamente esistevano elementi di quello che oggi definiamo razzismo. Per Greci e Romani le popolazioni straniere venivano differenziate attraverso caratteristiche sia fisiche che di usi e costumi, ma erano in particolare queste ultime a determinare l’inferiorità di una persona rispetto a un’altra; tutti i non-Greci erano classificati come barbari, ma adottare la cultura greca era sufficiente a cambiare lo status di un individuo; allo stesso modo non era il colore della pelle a costituire una discriminante per i Romani, come indicato dal fatto che uomini provenienti dal continente africano potevano assurgere alle più alte cariche dell’Impero, fino al caso emblematico di Settimio Severo, Imperatore nato nell’attuale Libia.

Durante il Medioevo troviamo teorie di forte connotazione religiosa, riferite a brani dell’Antico Testamento e del Talmud babilonese in cui si afferma che l’umanità discende dai figli di Noè, ovvero Sem, Cam e Jafet e che gli abitanti dell’Africa, progenie di Cam “sono maledetti per il fatto di essere Negroidi e perché Cam viene descritto come uomo peccatore e la sua progenie come stirpe di degenerati”.

Nel XIV secolo troviamo però anche gli scritti del filosofo e sociologo ante litteram islamico Ibn Khaldun, il quale riteneva che le vicende descritte nel Talmud fossero un mito e non una spiegazione realistica dei fatti e che le differenze fisiche riscontrabili tra i popoli fossero dovute ai diversi climi in cui essi vivevano.

Le prime espressioni del concetto di razze umane risalgono al periodo dell’espansione coloniale delle potenze europee, avvenuta durante il Rinascimento, e all’invenzione della tassonomia, ovvero la disciplina che si occupa della classificazione, sia di esseri viventi che di oggetti inanimati.

Nel 1584 il medico  François Bernier propone la suddivisione in quattro razze, basate su colore della pelle e collocazione geografica; nel 1735 Linneo ridefinisce le razze come sottospecie di uno stesso ceppo comune; saranno poi autori successivi, come il naturalista Buffon, a indicare questa origine condivisa in Adamo e Eva. Per dare credibilità scientifica alla teoria, l’antropologo Johann Friedrich Blumenbach aggiunge ai criteri di distinzione delle varie razze i dati derivanti dall’antropometria, cioè lo studio e la catalogazione delle misure e delle proporzioni del corpo umano, senza però considerare né la variabilità all’interno di una popolazione né quella che avviene nel tempo: la misurazione dei crani diventa quindi lo strumento con cui determinare a quale razza un individuo appartiene. Tutte queste classificazioni hanno sempre una cosa in comune: la razza bianca è quella originale e perciò superiore a tutte le altre che da essa derivano, argomentazione usata all’epoca per giustificare l’espansione coloniale e la schiavizzazione delle popolazioni indigene.

L’unico punto di disaccordo tra gli scienziati era nel determinare l’origine di queste razze, ovvero se si trattasse appunto di variazioni di un ceppo comune o di specie completamente separate, con diversa origine e evoluzione; la risposta a questa questione verrà data da Darwin con la pubblicazione di L’origine dell’uomo e la selezione sessuale nel 1871. Con questo testo Darwin si proponeva di confutare sia l’ipotesi del poligenismo delle presunte razze umane, affermando che tutti gli uomini sono membri della stessa specie, sia le implicazioni sulla supposta superiorità della razza bianca, facendo risalire l’origine geografica del genere umano all’Africa; Darwin era infatti fermamente contrario alla schiavitù, proprio sulla base della propria convinzione che non ci fossero differenze intellettive tra le popolazioni europee e quelle del resto del mondo.

Ciò nonostante la distinzione del genere umano in razze continuerà a essere un caposaldo scientifico anche nei decenni successivi, cercando di diventare sempre più rigorosa e precisa; la convinzione che le caratteristiche fisiche e caratteriali che separavano le varie razze fossero tratti ereditari porterà all’affermazione dell’eugenetica, ovvero un insieme di principi e pratiche volti, almeno nella teoria, a migliorare il patrimonio genetico di un gruppo di individui.

Nel primo Novecento, negli Stati Uniti vengono introdotte leggi che vietano l’ingresso nel Paese a particolari categorie di immigrati, ma soprattutto leggi che vietano i matrimoni interrazziali e in generale ogni tipo di mescolanza; vengono inoltre promosse campagne di sterilizzazione di individui ritenuti inadatti a propagare il proprio patrimonio genetico, nelle carceri e negli istituti psichiatrici, ma con particolare insistenza nei confronti delle minoranze etniche. È al 1932 che risale l’esperimento di Tuskegee, durante il quale centinaia di afroamericani di una cittadina dell’Alabama vennero usati come cavie per studiare l’evoluzione della sifilide; i “pazienti” ricevevano a propria insaputa solo dei placebo, in modo che i medici potessero studiare il decorso della malattia fino all’inevitabile morte. L’esperimento si protrasse per 40 anni, ignorando ogni considerazione etica, proprio perché i soggetti dello studio venivano considerati inferiori e perciò sacrificabili.

Le politiche basate sui principi dell’eugenetica vennero implementate anche in altri Paesi, diffondendosi rapidamente in Europa. In Italia il 1913 vede la nascita del “Comitato Italiano per gli Studi di Eugenica” che si rifaceva alle teorie di Cesare Lombroso sul collegamento tra tratti somatici e degenerazione e devianza. Negli anni successivi l’ascesa del regime fascista porta alla promozione di alcune misure di “miglioramento della razza” e igienizzazione “morale” che si presentavano come programmi a favore della protezione del nucleo famigliare e non avevano gli aspetti estremi riscontrabili in altre nazioni e che quindi erano considerate accettabili anche dalla Chiesa cattolica, che era invece fermamente contraria alle sterilizzazioni forzate.

In questo stesso periodo in Germania iniziano i programmi dei nazisti per il miglioramento della razza ariana. Già nel Mein Kampf Hitler aveva elogiato le politiche statunitensi e le mise in forma di legge quando salì al potere nel 1933. Tutte le persone classificate come inadeguate o degenerate vennero prima segregate o collocate a forza in ospedali psichiatrici, e poi eventualmente sottoposte a sterilizzazione forzata e eutanasia per rimuovere tutti coloro che erano considerati fisicamente o mentalmente non idonei al proseguimento della “razza ariana”. È ben noto infine come l’eugenetica e la protezione della purezza della razza siano stati usati come pretesto per il genocidio compiuto nei campi di concentramento.

Nonostante i decenni successivi abbiano condannato e continuino a condannare sia il razzismo che l’eugenetica negativa, né l’uno né l’altra sono scomparsi interamente; e nemmeno la ferma posizione degli scienziati sulla totale inesistenza di una suddivisione dell’umanità in razze sembra in grado di eliminare per sempre queste pericolose idee.

 

Fonti

https://www.wired.it/play/cultura/2018/01/20/storia-concetto-razza-umana/

http://www.doppiozero.com/materiali/le-razze-non-esistono

https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_dei_concetti_razziali_nella_specie_umana

https://www.wired.it/scienza/medicina/2016/07/08/tuskegee-sifilide/

https://it.wikipedia.org/wiki/Eugenetica

Building the New Man: Eugenics, Racial Science and Genetics in Twentieth-Century Italy –  Francesco Cassata

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