Nuove pandemie, vecchie paure?

L’epidemia di una forma letale del batterio Escherichia coli ha provocato ad oggi 22 vittime in Europa. Ma cosa c’è di vero e quante sono paure irrazionali nelle notizie che ci arrivano attraverso i giornali?

Il pericolo da parte di un nemico letale e invisibile è una suggestione troppo forte e spettacolare per non essere presa sul serio dal cinema. Negli ultimi decenni le uniche pandemie che si sono manifestate si sono sviluppate solo sugli storyboard degli sceneggiatori di Hollywood. Siamo dei miracolati? In questi anni siamo scampati a numerosi disastri, previsioni tenebrose stile Cassandra che non si sono mai realizzate. L’abbiamo chiamate in tutti i modi: cinese, giapponese, australiana, asiatica in seguito siamo passati agli animali.

Questa volta il nemico pubblico numero uno è E. coli, che fa parte di quella famiglia dei batteri che vivono nell’uomo. Moltissimi ceppi sono innocui e convivono nel nostro intestino. Esistono tuttavia particolari ceppi che producono tossine, dannose per l’uomo e gli animali. Due anni fa, un ceppo di E. coli presente nel latte crudo aveva provocato un’intossicazione alimentare portando all’ospedale una decina di bambini in Italia.

Ma il ceppo Stec 0104:H4 che sta spaventando tutta Europa produce una potente tossina chiamata Vero-citotossina che agisce come un veleno. Si sviluppa nell’intestino poi, attraverso la mucosa, passa nel sangue e colpisce il rene provocando una complicanza molto grave: la sindrome emolitico uremica. La terapia antibiotica come nelle gastroenteriti non è efficace, anzi può peggiorare la situazione.

In Italia ancora non soso stati segnalati casi, come in tutta Europa attualmente non sono presenti fattori di rischio, ma anche questa volta è bastato poco per far gridare all’arrivo di una pandemia. Dopo i cetrioli ora sono i germogli di soia a salire sul banco degli imputati e a sparire da quelli dei supermercati, un po’come è successo qualche anno fa con “la mucca pazza”, ve la ricordate?

Abbiamo cominciato a guardare con sospetto la mansueta mucca, con i suoi occhi miti. Quello che sempre nel nostro immaginario era stato simbolo della bontà è all’improvviso diventato inquietante. Anche le mucche impazziscono, a partire infatti dalla seconda metà degli anni novanta aveva sterminato gli allevamenti bovini di tutta Europa e il clima di caccia alle streghe aveva svuotato i ristoranti. I tecnici prevedevano migliaia di morti, il registro mondiale aggiornato a qualche anno fa riporta solo 163 casi di cui tre per trasfusione, dopo qualche anno infatti è finita la psicosi per il morbo Creutzfeldt-Jakob e dal 2008 Bruxelles ha dato il via al ritorno della mitica e prelibata fiorentina sulle nostre tavole.

Tra novembre 2002 e la fine di luglio del 2003 l’Organizzazione Mondiale della Sanità affermava: ”Non si sa quando ma la pandemia ci sarà”. Era l’avvento della Sars, malattia causata da un virus della polmonite venuto dal mondo animale che a causa della velocità di propagazione attraverso il respiro aveva gettato nella psicosi il mondo occidentale. Nel nostro paese la paura fu ingigantita dalla morte del virologo Carlo Urbani, che era stato lo scopritore del virus della Sars e che proprio venendone a contatto perse la vita nel marzo del 2003. Ma oggi di questo terribile virus, che aveva solo moderatamente colpito con 774 morti solo il Sudest asiatico e il Canada, non si hanno più tracce. Gli stessi esperti che ci fecero correre ai ripari comprando  mascherine, affermano oggi che il virus è tornato nel suo habitat naturale perdendo le caratteristiche aggressive.

Qualche mese più tardi L’OMS ci riprova e preannuncia un milione di morti a causa della diabolica influenza dei polli che doveva colpire con la stessa aggressività della Spagnola. Ad oggi, nulla di questo è successo. Il rischio endemico di un contagio fra uomo-uomo non è mai stato dimostrato.

Vittime in Italia: 137. Tasso di mortalità: 0,0033% contro quello dello 0,2% della classica influenza stagionale ma soprattutto il mondo gettato nel panico e miliardi spesi per fare scorta di farmaci inutilmente. Ecco i numeri dell’influenza A H1N1 che come ha dimostrato uno studio americano pubblicato sulla rivista PLoS Medicine si è rivelata la pandemia più debole della storia.

Questi sono solo alcuni dei casi di possibili catastrofi mai avvenute, ogni anno abbiamo a che fare con malattie misteriose che poi si rivelano meno pericolose del più semplice raffreddore. Ma allora perché creare questo stato di allerta nella popolazione, certo dal punto di vista mediatico la notizia diventa più “sexy” se assume contorni catastrofi e sinistri ma quando è l’OMS a gettare scompiglio forse la spiegazione di tutto ciò si può trovare da quanto dichiarato trent’anni fa da Henry Gadsen, direttore del colosso farmaceutico Merck, alla rivista Fortune: “Il nostro sogno è quello di produrre farmaci per le persone sane. Questo ci permetterebbe di vendere a chiunque”. E quale miglior farmaco per i sani di un vaccino?

 

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