MACSIS E I QR-DEBATES
Il 27 settembre si è svolta a Milano MeetMeTonight 2013: l’edizione milanese della Notte dei Ricercatori. La Notte dei Ricercatori è un evento che, dal 2005, anima più di 300 città europee in contemporanea e ha l’obiettivo di far comprendere al grande pubblico l’importanza della ricerca e il suo impatto nella vita di ognuno di noi.
ll Master in Comunicazione della Scienza e dell’Innovazione Sostenibile dell’Università Milano-Bicocca (MaCSIS), in quest’occasione, ha sperimentato una modalità innovativa di interazione, denominata QR-Debates.
I QR Debates nascono per permettere di seguire online una conferenza tramite smartphone. Il primo strumento sviluppato è stata una pagina Facebook, su cui sono stati pubblicati materiali a proposito dei convegni:
- Arte e Scienza,
- Lavoro Sporco,
- Alla Prova dei Fatti,
- Cyberdemocracy,
- Medicine non convenzionali tra scienza e illusione,
- L’Aquila il racconto oltre la sentenza.
Il link alla pagina Facebook è stato diffuso per la città sotto forma di QR-Code: codici a barre bidimensionali capaci di contenere circa 8000 caratteri e dunque capaci di memorizzare senza alcuna difficoltà indirizzi internet. Un’applicazione in uso alla maggior parte degli smartphone permette di leggerle i QR-Code semplicemente inquadrandoli con la fotocamera e di aprire con un click sul proprio browser la pagina memorizzata.
Un livello virtuale di dibattiti, perciò, in contemporanea al livello fisico: quello in cui alcuni docenti del Master (Andrea Cerroni, Pietro Greco, Bruno Arpaia, Gianni Zanarini, Luca Carra, Paola Emilia Cicerone, Emanuela Gambini insieme ad Andrea Rossetti) tengono le varie tavole rotonde dalle 15 in avanti presso lo stand MaCSIS, ai Giardini di Porta Venezia.
Il progetto QR-Debates implementa dunque un’idea molto potente: i “codici” sparsi per Milano diventano, tramite la pagina Facebook, la porta di accesso allo stand MaCSIS permettendo al pubblico di partecipare alle sessioni e di ricevere aggiornamenti sui dibattiti.
INTERVISTE AL PUBBLICO
Crediamo che un evento non sia tanto un insieme di conferenze o di esperienze, più o meno divertenti, quanto l’insieme delle persone che vi prendono parte e l’atmosfera che riesce a creare per trasmettere quella che si definisce conoscenza tacita e creare un momento innovativo di partecipazione. Per questo abbiamo intervistato diversi partecipanti a MeetMeTonight.
“Cosa ti porti a casa da questa giornata?” è perciò una delle domande più frequenti che gli studenti del MaCSIS pongono ad alcuni dei visitatori degli stand intervistati nel corso della giornata.
Le risposte ottenute sono state varie, così come, vari sono i pubblici di quest’evento, ma tutti hanno concordato sull’ottima riuscita di MeetMeTonight e sul fatto che, visitandolo, hanno imparato qualcosa o semplicemente sono rimasti piacevolmente incuriositi.
Abbiamo tentato anche di stilare una sorta di hit parade degli stand di maggiore successo, ma non è stato un compito facile. Molti degli intervistati hanno risposto genericamente “tutti” mentre altri hanno privilegiato i propri campi di interesse. I nomi più gettonati sono stati, comunque, quelli relativi a nuovi materiali, stampa 3D, robotica, acqua, alimenti e biotecnologie.
Il pubblico è ormai un attore protagonista nella scena di scienza e società, pienamente consapevole dell’importanza della divulgazione scientifica. E’ quel che emerge da una interessante chiacchierata con una matricola universitaria che ha avuto modo di evidenziare come uno dei valori aggiunti della manifestazione sia l’elevata competenza e disponibilità del personale presente.
Dal semplice conteggio delle presenze si può avere un’idea del successo della manifestazione: 17000 visitatori solo qui, in significativo incremento rispetto all’anno precedente. Presenze che, dalle interviste fatte, diremmo principalmente costituite da giovani, delle scuole dell’obbligo per quanto riguarda la mattina e dai 20 ai 30 anni per il pomeriggio.
Non sono mancati, però, anche genitori o nonni che, passeggiando per i Giardini di Porta Venezia, da soli o con figli e nipotini, hanno colto l’occasione anche per visitare alcune delle attrazioni, manifestando una elevata soddisfazione per la giornata e una piena consapevolezza dell’importanza dei temi trattati.
“Occorrerebbero più soldi per la ricerca” e addirittura “Siete voi il futuro”, ci sentiamo dire. Così, in pieno entusiasmo (e sì che in Italia ne abbiamo bisogno) ci apprestiamo all’ultima fatica della giornata, la sessione di interviste coi ricercatori.
INTERVISTE AI RICERCATORI
“Cosa vuol dire per voi essere ricercatori, oggi?” è la nostra prima e doverosa domanda che abbiamo posto ai ricercatori presenti a MeetMeTonight. Qui i pareri sono stati pressoché unanimi. Essere ricercatore è un mestiere difficile, specialmente in Italia, sia per le basse retribuzioni, sia per il dilagante precariato o per un sistema che raramente riesce a valorizzare i propri talenti. Eppure fare ricerca è “bello” per la quasi totalità dei nostri intervistati.
Passando a parlare un po’ più di contenuti abbiamo cercato anche di sondare l’ autopercezione dei ricercatori in termini di ricadute sociali dei loro studi.
Sara Manzoni, ricercatrice del dipartimento di Informatica dell’Università di Milano-Bicocca, mette al centro della propria testimonianza proprio questo aspetto: il legame diretto fra il proprio ambito di ricerca (intelligenza artificiale e studio dei comportamenti delle folle come sistemi complessi) e la sua applicazione concreta, facendo riferimento ai temi dell’infomobilità e del miglioramento del traffico cittadino.
Al solito brillante e fuori dagli schemi è Stefano Sandrelli dell’Osservatorio di Brera. Con la sua intervista ci permette di andare ancor più a fondo nel tema: la ricerca è importante per i risultati che produce in termini non solo di ricadute tecnologiche ma anche per la conoscenza diffusa che entra nel bagaglio culturale delle persone. Alla domanda “qual è la situazione con cui deve convivere un ricercatore italiano?” argutamente risponde “la stessa con cui deve convivere un cittadino italiano”. Già. La distanza fra comunità scientifica e cittadinanza si è dunque ridotta in ogni dimensione, anche quella delle criticità: ecco perché, oggi come non mai, ha senso parlare di democratic science-based society.
Delle varie interviste realizzate concludiamo con quella ad Antonio Premoli dottorando che si occupa di applicazioni aerodinamiche per l’alta velocità. Visto che si trova, ormai, quasi alla fine del suo corso di studi, gli chiediamo: “cosa faresti per convincere un eventuale giovane indeciso nell’intraprendere o meno la strada della ricerca?”.
Nella sua risposta c’è tutto il senso della giornata: fare ricerca “è il lavoro più bello che si possa immaginare”.
IL PUNTO DI VISTA DELL’ASSESSORE CRISTINA TAJANI
Cittadini, ricercatori, istituzioni: il nostro viaggio a MeetMeTonight non poteva concludersi senza un’intervista a un rappresentante del Comune di Milano, organizzatore dell’evento insieme al Politecnico di Milano, all’Università degli Studi di Milano e all’Università di Milano-Bicocca. Intervistiamo Cristina Tajani, Assessore alle Politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Università e ricerca.
E’ sabato mattina e l’evento è ormai concluso, eppure l’Assessore trova lo stesso il tempo per una chiacchierata con noi, rivelandosi un interlocutore sensibile all’importanza del tema della comunicazione scientifica e alla gravità del ritardo del nostro Paese.
Ribadisce la volontà dell’Amministrazione Comunale di proporsi con ancora maggior forza nel suo ruolo di facilitatore nella costruzione di reti fra istituzioni, università, centri di ricerca e aziende. Perché l’innovazione non è un’idea astratta, ma lo strumento principe per acquisire competitività territoriale e dunque rilanciare tutto il sistema-paese.
Al prossimo anno, dunque!