L’evoluzione smart è rapida, l’I.A. entrerà sempre più nelle nostre vite: saremo noi abbastanza smart da riuscire a gestirla al meglio?
“L’aspetto più triste della vita in questo momento è che la tecnologia raccoglie conoscenza più velocemente di quanto la società non raccolga saggezza.”
Nella frase originale Isaac Asimov parlò di scienza, più che di tecnologia nello specifico, ma la ricerca in questo campo sta facendo passi da gigante. Uno degli strumenti che più usiamo nella vita di tutti i giorni, lo smartphone, è emblematico di questa affermazione: i telefoni cellulari in meno di quarant’anni hanno implementato tecnologie sempre più evolute.
Questa evoluzione smart non si ferma solo al ristretto campo degli smartphone.
L’Intelligenza Artificiale (I.A.), è un ramo dell’informatica che permette la programmazione e la progettazione di sistemi sia hardware che software in grado di dotare le macchine di determinate caratteristiche considerate tipicamente umane, quali ad esempio, le percezioni visive, spazio-temporali e decisionali.
Servizi online, videogiochi, assistenti virtuali, funzionano grazie agli algoritmi dell’I.A., che nei prossimi anni entrerà in maniera sempre più evidente, e forse invadente, nella nostra quotidianità.
Ma quanto e in che modo farà parte del nostro futuro?
Un chiaro segno di quanto le industrie stiano puntando sull’I.A. è la nascita della domotica: l’applicazione dell’informatica e dell’elettronica per la gestione della casa.
Due colossi del Web, Amazon e Google, stanno investendo in maniera importante sugli assistenti vocali per le case del futuro.
Amazon Echo e Google Home, con i loro speaker vocali, si sfidano a colpi di ordini ricevuti ed eseguiti in modo sempre più efficace: nella conferenza di Google dello scorso maggio, ciò che più ha stupito il pubblico è stata proprio la presentazione delle nuove impressionanti capacità dello speaker dell’azienda statunitense.
Rilasciato nel 2016, questo dispositivo già sorprendeva per le possibilità che offriva: connesso agli apparecchi elettronici casalinghi, con semplici comandi vocali era in grado di accendere luci e svolgere diversi altri compiti; nella recente conferenza è stato mostrato un impressionante miglioramento: l’assistente vocale è evoluto al punto da essere in grado di prenotare agevolmente una cena in un ristorante o prendere appuntamenti al posto nostro, il tutto con una fluidità vocale sorprendente; “si potrà avere una più naturale e umana conversazione con l’assistente”, afferma Scott Huffman, vicepresidente Google della divisione apposita.
Altra azienda pronta a entrare nelle nostre case è LG: il suo Hub Robot, assistente personale di nuova generazione, sfrutta l’Intelligenza Artificiale e il riconoscimento vocale di Amazon per comunicare con tutti i dispositivi LG smart presenti nella nostra abitazione: l’Hub robot preriscalderà il forno prima del nostro arrivo a casa e ci avvertirà quando le scorte alimentari nel frigo smart stanno per finire; lo stesso frigo ci consiglierà cosa cucinare in base agli alimenti al suo interno mentre il forno ci suggerirà la migliore cottura; gli altri elettrodomestici, sempre prodotti da LG saranno collegati all’Hub e in grado di interagire con questo.
L’Intelligenza Artificiale non sarà presente unicamente all’interno delle mura di casa: da anni i veicoli senza conducente sono in fase sperimentale e non manca molto che sbarchino in strada facendo del vecchio autista un’eccezione e non più la regola. Anche in questo settore Google sembra sia un passo avanti rispetto agli altri concorrenti: con 566.000 chilometri percorsi dalla sua Waymo, nel 2017 ha registrato la performance migliore tra i principali gruppi automobilistici, con soli 63 interventi di un essere umano, dovuti principalmente a problemi di software, guidatori impudenti o andamenti inattesi del veicolo stesso.
Non vi basta?
Amazon a inizio 2018 ha inaugurato a Seattle il primo supermercato senza casse: sarà sufficiente prendere dagli scaffali ciò che vogliamo, mettere in borsa la spesa e uscire dal negozio semplicemente identificandosi all’entrata tramite smartphone: un’applicazione collegata ad amazon Go, tramite centinaia di videocamere e sensori, terrà traccia dei prodotti prelevati e li caricherà sul conto digitale.
Molte altre saranno le implicazioni smartche entreranno a far parte della nostra vita quotidiana.
C’è chi però, come l’imprenditore Elon Musk, ha una visione pessimistica del futuro improntato sull’Intelligenza Artificiale: seppur coinvolto nella ricerca su di essa, il magnate statunitense dal 2014 mostra una posizione di allerta verso il repentino sviluppo dell’I.A. e ammonisce: “stiamo sviluppando super intelligenze digitali che supereranno di molto quelle umane; se una singola persona o azienda riesce a realizzare un I.A. che ha i poteri di una divinità, può arrivare a controllare il mondo”.
Opposta a questa visione distopica c’è quella di Eric Smidth: “Penso che Elon si sbagli totalmente. Non riesce a comprendere tutti i benefici che questa tecnologia porterà rendendo ogni umano più intelligente. Il punto della questione è che l’Intelligenza Artificiale è estremamente positiva per l’umanità”, risponde l’ex amministratore delegato di Google.
L’I.A. sicuramente porterà ad una rivoluzione socioculturale, facilitando la nostra vita in molte situazioni. Il rischio è che fare affidamento sempre di più su di essa, possa portare la nostra mente ad una sorta di passivo torpore che andrà progressivamente crescendo.
Dovremo essere in grado di capire come e quanto puntare sulla sempre più evoluta tecnologia, utilizzandola nei momenti in cui ne abbiamo veramente bisogno.
In questo modo le macchine potranno apportare dei veri benefici alla nostra vita, con la speranza che la società umana sia abbastanza smart da evolvere, parallelamente alla tecnologia, anche la propria saggezza.