Il 16 aprile gli Stati Uniti d’America hanno imposto un veto commerciale della durata di sette anni alla ZTE, compagnia cinese che progetta e produce dispositivi di telecomunicazione, vietando alla multinazionale l’acquisto di materiale proveniente dagli USA per la costruzione degli smartphone che esporta poi nel mondo. Questa decisione è stata presa in seguito al mancato rispetto di accordi presi con l’azienda asiatica l’anno scorso, dopo la scoperta del fatto che la ZTE stava vendendo materiale elettronico americano a Iran e Corea del Nord senza averne l’autorizzazione.
Questo è solo l’ultimo di una serie di provvedimenti a cui gli Stati Uniti hanno deciso di ricorrere per contrastare una presunta attività di spionaggio a opera del governo cinese, che verrebbe compiuta proprio utilizzando i software e gli strumenti di telecomunicazione importati dalla Cina. La campagna contro l’acquisto di smartphone cinesi si inserisce pienamente nella guerra commerciale scoppiata negli ultimi mesi tra le due superpotenze, il cui scopo ultimo sembra essere il controllo del mercato mondiale nel settore dell’innovazione tecnologica.
Come riportato nella recente proposta di intervento della FCC (Federal Communication Commission), le accuse riguardano la possibile presenza di backdoor, ovvero “porte di servizio” create in un sistema informatico per accedere indisturbati a esso in maniera semplice e veloce, in questo caso con intenzioni dannose; queste misure di controllo installate nei dispositivi venduti agli Stati Uniti fornirebbero l’opportunità di diffondere virus, iniziare attacchi informatici e sottrarre dati sensibili. La proposta, che è stata votata il 17 aprile, vuole cercare di impedire agli operatori di telecomunicazione di utilizzare i fondi stanziati dal governo allo scopo di promuovere la costruzione di una rete libera di servizi di telefonia e internet (Universal Service Fund) per acquistare dispositivi e servizi da compagnie, come appunto quelle cinesi, ritenute un potenziale rischio per la sicurezza degli Stati Uniti. Oltre a ZTE nel mirino è finito anche il colosso Huawei, leader mondiale nel settore delle telecomunicazioni.
Entrambe le compagnie erano già state oggetto di indagine da parte dell’Intelligence statunitense nel 2012, quando era stato stilato un rapporto ufficiale sui rischi alla sicurezza nazionale posti proprio da Huawei e ZTE. Nel rapporto stilato all’epoca dalla House Permanent Select Committee on Intelligence veniva espressa la necessità di investigare a fondo il livello di dipendenza degli Stati Uniti dall’infrastruttura e dai dispositivi forniti da queste aziende, cercando poi di capire fino a che punto le due società erano controllate dal governo cinese e potevano perciò essere spinte a divulgare informazioni sensibili raccolte tramite la loro rete di telecomunicazioni. I risultati dell’indagine non erano stati considerati soddisfacenti, citando una scarsa collaborazione da parte delle due multinazionali nel chiarire i dubbi e alleviare le preoccupazioni del governo statunitense; la commissione aveva suggerito una maggiore vigilanza nei confronti dell’espansione delle compagnie cinesi sul mercato americano e, idealmente, il blocco delle importazioni di dispositivi cinesi, ma la proposta di legge che doveva mettere in pratica queste raccomandazioni, denominata Cybersecurity Act of 2012, non era poi riuscita a passare in senato, bloccata dai rappresentanti della Camera del Commercio e dai gruppi sostenitori della privacy. Nel 2015 USA e Cina avevano sottoscritto un accordo per controllare e ridurre i casi di spionaggio compiuto attraverso la rete, ma questo accordo era strettamente limitato a obiettivi economici e non governativi.
All’inizio del 2018 alcune compagnie telefoniche statunitensi, come AT&T, avevano annunciato di voler rinunciare agli accordi presi con le aziende cinesi per la vendita dei loro prodotti. A febbraio i vertici delle principali agenzie di intelligence americane, CIA, FBI e NSA, hanno poi lanciato un appello per chiedere di non utilizzare i prodotti di Huawei e ZTE; secondo il direttore dell’FBI Chris Wray le preoccupazioni riguardano, come già era accaduto nel 2012, «i rischi che comporta permettere, a società o entità controllate da governi stranieri che non condividono i nostri valori, di guadagnare posizioni di potere all’interno delle nostre reti di telecomunicazione. Questo causa la possibilità di controllare la nostra infrastruttura di telecomunicazione e la capacità di modificare o sottrarre intenzionalmente informazioni e di condurre una attività di spionaggio non rilevato».
La ZTE ha in seguito ammesso che il blocco del commercio con gli USA potrebbe costarle il fallimento, ma ha anche sottolineato come questo potrebbe causare «danni a tutti i suoi partner, tra cui un gran numero di aziende statunitensi», parlando anche di condotta «inaccettabile» da parte degli Stati Uniti e dell’intenzione di intraprendere nei prossimi mesi azioni legali in merito.
Fonti
“ZTE can no longer buy Qualcomm chips after US ban”
https://www.theverge.com/2018/4/16/17242664/us-uk-china-smartphone-zte-security-risk-sanctions
“Huawei moving on from U.S. market following FCC vote”
https://www.fiercewireless.com/wireless/huawei-moving-from-u-s-market-following-fcc-vote
FCC Official Statement on Proposal to help protect security of U.S. communications networks and their supply chains
https://transition.fcc.gov/Daily_Releases/Daily_Business/2018/db0326/DOC-349894A1.pdf
“FCC chairman confirms plan to dissuade carriers from using Huawei and ZTE equipment”
https://www.theverge.com/2018/3/26/17164226/fcc-proposal-huawei-zte-us-networks-national-security
Investigative Report on the U.S. National Security Issues Posed by Chinese Telecommunications Companies Huawei and ZTE
https://intelligence.house.gov/sites/intelligence.house.gov/files/documents/huawei-zte%20investigative%20report%20(final).pdf
Cybersecurity Act of 2012
https://www.wired.com/images_blogs/threatlevel/2012/02/CYBER-The-Cybersecurity-Act-of-2012-final.pdf
“Senate kills Cybersecurity Act of 2012”
https://www.digitaltrends.com/web/senate-votes-against-cybersecurity-act-of-2012/
U.S.-China Cybersecurity Cooperation
https://jsis.washington.edu/news/u-s-china-cybersecurity-cooperation/
“I vertici dell’intelligence Usa: prodotti Huawei e Zte minaccia per la sicurezza nazionale”
http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2018-02-15/i-vertici-dell-intelligence-usa-prodotti-huawei-e-zte-minaccia-la-sicurezza-nazionale-112527.shtml?uuid=AEWu8a0D
“Hi-tech, escalation Usa contro la Cina Zte a rischio sopravvivenza”
http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2018-04-20/hi-tech-escalation-usa-contro-cina-zte-rischio-sopravvivenza-183416.shtml?uuid=AExvIDcE