Costituita da un atomo di ossigeno e due di idrogeno H2O, l’acqua è tra gli elementi che caratterizzano il nostro pianeta. Il pianeta, è infatti occupato per il 71% della sua superficie da acqua, per il 97% contenuta negli oceani e solo per il restante 3% costituita da acqua dolce. Il ruolo dominante dell’acqua nella nostra vita, comincia già circa 3,5 miliardi di anni fa, quando la sua presenza ha permesso la formazione degli aminoacidi, gli zuccheri e gli acidi grassi il tutto nel cosiddetto “brodo primordiale”, responsabile dell’origine dei primi organismi.
Ora come allora questa soluzione ha un’ importanza strategica nei processi biologici alla base della materia vivente, sia nel mondo animale che nel mondo vegetale. Così troviamo l’acqua come componente fondamentale del citoplasma, che è la base interna della cellula e sede dei processi metabolici, piuttosto che nei vacuoli, organuli con funzione di riserva, importanti nelle cellule vegetali. Ma anche, semplicemente, nella funzione delle cellule umane di termoregolazione del corpo, o per i vegetali quella che è la fase luminosa della fotosintesi per la produzione di riserve energetiche plastiche.
Da dove viene l’acqua?
In un’ intervista pubblicata su Nature Francis Albarede, sostiene che l’ acqua sia arrivata dallo spazio. Terra e Luna, formati dalla condensazione della nebulosa che ruotava attorno al sole, erano asciutti. L’acqua sarebbe giunta dallo spazio attraverso comete e asteroidi, costituite da ghiaccio e frammenti di roccia che attratte si schiantavano sulla terra. Poi la temperatura della Terra comincio ad abbassarsi fino a trasformare il vapore in pioggia. Cosi comincio a piovere per milioni di anni che andò a formare gli oceani. Ancora oggi un fenomeno simile a quello che diede vita al nostro pianeta si ripete attraverso il ciclo dell’acqua. Grazie al calore del sole l’ acqua presente in oceani mari e laghi evapora e si condensa in nubi che si trasformeranno nelle precipitazioni. Di tutta l’acqua arrivata sulla terra un terzo torna ad alimentare il ciclo dell’ acqua, un terzo cade nei bacini e l’ultima parte penetra nel terreno ad alimentare le falde sotterranee.
L’acqua figlia delle stelle.
Nel 1997 durante la collaborazione con l’Infrared Space Observatory (ISO) dell’Agenzia Spaziale Europea, Gary Melnick, ricercatore senior del Centro Astrofisico della Harvard Universiy ,osservò attraverso telescopi orbitanti a 1500 anni-luce di distanza da noi, una fonte di acqua interstellare. L’analisi dei dati si è conclusa nel 2001e si è scoperto del vapore acqueo. Osservando la cintura di Orione, Melnick e il suo team, notarono un puntino luminoso che si rivelò essere non una stella, bensì una nebulosa nella quale si formano nuove stelle dalla condensazione di gas idrogeno, e proprio in quel punto scoprirono che <<si formava acqua a sufficienza da riempire gli oceani di tutta la terra ogni 24 minuti>>. Infatti le stelle, durante la fase di aggregazione e coalescenza e successivamente con il collasso su se stesse inviano onde d‘urto attraverso le nubi di gas, contenenti idrogeno e ossigeno liberi, lo scontro tra idrogeno e ossigeno produce molecole di acqua. Il professore Melnick ci tiene subito a spiegare che l’acqua prodotta si sparpaglia in un’estensione di circa 420 volte il nostro sistema solare, perciò più che acqua si potrebbe percepire una <<nebbiolina fredda>>.
Dove si nasconde l’acqua?
“…è multo utile et humile et pretiosa et casta” [Francesco d’Assisi].
Il pianeta Terra è definito il “Pianeta Blu” ma in realtà lo strato di acqua che ricopre la terra è relativamente sottile. Il nostro pianeta contiene circa 1,4miliardi di chilometri cubi di acqua, ma per il 97%si tratta di acqua di mare salata. Solo 35 milioni di chilometri cubi costituiscono acqua dolce, peraltro di questi i due terzi intrappolata in calotte e ghiacciai come il lago Baijkal in Siberia che contiene un quinto della nostra acqua. Per i nostri bisogni quotidiani ne utilizziamo una piccola parte contenuta in 12 milioni di metri cubi conservata tra le falde rocciose e bacini idrici sotterranei. Altra quantità d’ acqua è quella sotto forma di vapore acqueo dell’atmosfera, più o meno 13.000 chilometri cubi d’acqua, un millesimo dell’intera risorsa mondiale. Si calcola che ogni 3.100 anni, un volume d’acqua equivalente all’intera massa oceanica attraversa l’atmosfera, portato all’evaporazione e ritornando come precipitazioni. Un’ulteriore riserva d’acqua è intrappolata nelle rocce più profonde del mantello terrestre a circa 410Km sotto la superficie anche se non si tratta di H2O tradizionale, infatti la pressione e l’elevata temperatura (750 gradi), provoca il distacco di un atomo di idrogeno, lasciando le altre parti libere di infiltrarsi all’interno della roccia costituendo le cosiddette minerali idratati.
Acqua e territorio
Il problema dell’acqua non è la presenza o meno nel nostro pianeta ma la presenza dell’ acqua nel territorio. Infatti, la diversa distribuzione e qualità dell’ acqua incide sulla possibilità o meno di di sviluppo del territorio. Ad esempio il Rio delle Amazzoni, contiene il 15% dell’acqua del corso terreste ma data l’inospitalità del territorio è abitato da solo lo 0.4% della popolazione. Stesso ragionamento è valido per il Congo, secondo fiume dell’Africa dopo il Nilo e l’ Orinoco, che con il Rio Delle Amazzoni raccolgono un quarto di tutta l’acqua dolce del Pianeta, ma allo stesso tempo attraversano territori impervi e inospitali. Così se si pensa che l’Africa non ha risorse idriche ci si sbaglia, piuttosto sono risorse non raggiungibili. Ma la scarsità dell’acqua non è solo una questione di distribuzione geografica, anzi vi sono almeno altre 3 valide cause. La prima è l’inquinamento delle falde e delle acque superficiali nei paesi industrializzati. Un’altra causa può essere quella degli sprechi di acqua potabile per gli usi più svariati, annaffiare campi da golf lavare strade, basta pensare che negli Stati Uniti se ne usano in media 70 litri solo per tirare lo sciacquone. Infine possiamo considerare come ultimo problema lo sfruttamento dei fiumi, soprattutto nelle zone più aride come Egitto, Messico, Pakistan, Australia e Asia Centrale. Qui il 90 % dell’acqua viene impiegata in coltivazioni che utilizzano il triplo di quella necessaria in altre zone della terra: << Ogni volta che beviamo un bicchiere di vino stiamo consumando anche 120 litri d’acqua. Se mangiamo un uovo, consumiamo 135 litri. Per indossare una T-shirt di cotone ne occorrono 2000. Per produrre un hamburger ne servono 2 400.”
Cosa ci sta inaridendo?
L’emblema di una società civilizzata è la disponibilità di acqua corrente pulita e sicura. Nel mondo siamo 6,9 miliardi, di questi 1100 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile e 700 milioni vivono con meno di 2dollari al giorno (per cui non possono comprarsela). Inoltre 1,8 miliardi di persone non hanno l’acqua in casa ma devono andare a recuperarla nel raggio di 1 km. Quindi il 40% della popolazione mondiale ha difficoltà o deve camminare per raggiungere una fonte di approvvigionamento. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità 1,8 milioni di bambini muoiono ogni anno per disidratazione o per malattie contratte a causa di acqua contaminata. Ma in futuro la situazione sarà ancora peggiore, stimando che nei prossimi 15anni la popolazione crescerà di 1,2 miliardi. Senza contare i continui cambiamenti climatici dai quali dipende gran parte delle disponibilità idriche. Ma oltre alla crescita della popolazione e ai cambiamenti climatici, quello che più di tutto preme sulle nostre riserve idriche è lo sviluppo economico. India e Cina, per il loro sviluppo necessitano di fiumi d’acqua sia per il diverso stile di vita dettato dalla ricchezza, sia per le fabbriche e, ciliegina sulla torta, le attività industriali mancano totalmente di regolarizzazione, causando l’inquinamento di quelle che sono le fonti idriche di approvvigionamento. La conclusione è che l’ “età d’oro dell’acqua” è giunta al termine e i problemi di penuria d’acqua sono urgenti se non addirittura catastrofici, e questo è spesso dovuto a una cattiva gestione delle risorse. Nel mondo enormi quantità di acqua vengono sprecate per la coltivazione, senza che si sia mai imposto un miglioramento delle tecnologie per l’irrigazione e la raccolta delle acque nei campi. L’importanza dell’acqua è inestimabile e oggi come mai prima d’ora rara, nel futuro saranno anche i piccoli gesti quotidiani a salvarci dal deserto. Uno degli esempi meno conosciuti ma più stimolanti riguarda gli Stati Uniti, dove oggi il consumo dell’acqua è inferiore a quello del 1980 in termini assoluti. Infatti l’apice raggiunto nel 1980 era di 1672 miliardi di litri al giorno, mentre nel 2005 di 1558miliardi. Tutto questo nonostante il PIL statunitense sia raddoppiato, e vi sia un’economia di 7 trilioni di dollari in più. Tutto questo grazie a una gestione migliorata nelle centrali elettriche e nelle aziende agricole (i coltivatori americani usano il 15% di acqua in meno rispetto al 1980 con una produzione superiore del 70%), ma la “rivoluzione” si sta estendendo anche alle industrie, da Coca-Cola, a Intel, a Royal Carribean Cruises, IBM.
Banalizzare l’acqua
Il libero accesso all’acqua è quello che ci ha portato ad avere un atteggiamento di sufficienza verso questa risorsa, la fornitura libera sempre presente di acqua pulita non ci ha fatto pensare a quanto sia costoso e difficile mantenere in vita un sistema del genere, ma l’ età d’oro dell’acqua è finita e bisogna liberarsi dalla scarsa considerazione che abbiamo di essa per riscoprirne il vero valore. Citando Richard Wolfenden “dire che l’acqua è essenziale non è ancora abbastanza”.