Anche se oggi è piuttosto difficile immaginarsi delle vie d’acqua solcate da battelli al posto dei semafori, delle rotonde e del traffico cittadino, o un laghetto al posto del cemento a pochi passi da piazza Duomo, fino alla prima metà del secolo scorso la città di Milano era attraversata da canali, regolati da complicati sistemi di conche e chiuse che ne garantivano la navigazione.
In vista di Expo Milano 2015, l’amministrazione comunale ha approvato il progetto “Vie d’Acqua”, che mira proprio al ripristino della rete di canali infraurbani. Un tema già oggetto del referendum popolare di indirizzo sull’ambiente votato dai Milanesi il 12-13 giugno 2011, quando i cittadini hanno optato per la “risistemazione della Darsena quale porto della città e area ecologica” e la “riattivazione idraulica e paesaggistica del sistema dei Navigli”.
Le Vie d’Acqua
progetto Vie d’Acqua si articola in tre direzioni: i canali e l’acqua; i percorsi ciclabili; il verde agricolo e attrezzato. Prevede dunque che il sito espositivo di Expo 2015 sia circondato da una rete di canali e di percorsi di mobilità dolce che lo connetteranno alla città e ai parchi del territorio circostante. L’operazione comprende interventi di manutenzione di alcuni tratti dei Navigli e il ripristino della rete irrigua storica della città. Un nuovo canale di circa 20 Km dovrebbe riunire il Villoresi e il Naviglio Grande a Nord, passando per il sito di Expo e attraverso le aree agricole e il sistema di parchi dell’Ovest Milanese. Al suo fianco dovrebbe svilupparsi un circuito di circa 125 km di piste ciclabili, che dalle dighe di Panperduto seguirebbe il corso del Villoresi e attraverserebbe poi il Parco Groane fino al Naviglio Grande.
Si prevedono finanziamenti di amministrazioni pubbliche (Regione Lombardia stanzierà complessivamente 250 milioni di euro, il Comune di Milano circa 17 milioni per la riqualificazione della Darsena) e investitori privati.
La darsena ritrovata
Per quanto riguarda l’area della Darsena, si prevede il recupero delle sue funzioni di spazio d’acqua e il ritorno alla navigabilità, nonché la regolamentazione e il rinforzamento del flusso d’acqua in uscita, in modo da garantire una portata sufficiente anche per l’irrigazione di terreni agricoli.
L’operazione si attuerà, seppure con qualche modifica, secondo il progetto concepito da Edoardo Guazzoni e Sandro Rossi, vincitori del concorso internazionale di idee bandito dal Comune di Milano nel 2004, con l’apporto di Jean François Bodin, già operante sulle rive della Senna per il trattamento del verde e per la valorizzazione del rapporto fra acqua e città.
Il progetto prevede l’ampliamento della banchina, destinata a spettacoli e iniziative, la riorganizzazione dei flussi veicolari, la realizzazione di un percorso pedonale rialzato tra le due rive, che consenta al tempo stesso il passaggio delle imbarcazioni, la creazione di banchine per l’attracco e la costruzione di un nuovo mercato coperto con struttura in ferro e vetro e sviluppo su due piani. Sono previsti anche interventi conservativi di porzioni di mura spagnole e la realizzazione di un giardino acquatico.
Uno scrigno di natura e di storia
Tante le perplessità degli ambientalisti e dei comitati cittadini: il progetto, anche se successivamente modificato, risale al 2004, quando non erano ancora sorte alcune problematiche legate al rinvenimento di reperti archeologici e alla colonizzazione spontanea di nuove specie, già oggetto di censimenti LIPU e WWF. I nuovi ospiti, piante pioniere, insetti e uccelli, tra cui aironi cinerini e garzette, che hanno fatto guadagnare alla Darsena l’appellativo di “Pioniera”, potrebbero essere trasferiti nei parchi vicini, con tutti i rischi connessi all’adattamento al nuovo ambiente.
I lavori di scavo per la costruzione, ormai sospesa, di un grande parcheggio interrato che rientrava nel piano comunale per risolvere il problema del traffico cittadino, inoltre, hanno anche portato alla luce tratti delle mura spagnole e di pavimentazione lignea della conca di Viarenna, opera di ingegneria idraulica quattrocentesca che fu oggetto di studio da parte di Leonardo.
Definita “un miracolo conservativo”, per via dell’ambiente di conservazione non molto favorevole, la pavimentazione è stata nuovamente interrata e ricoperta d’acqua, per mantenere inalterate le condizioni ambientali, nella speranza di poter disporre in futuro di mezzi e conoscenze più idonei a preservarla.
Ad ogni modo, l’inizio dei lavori è previsto per fine 2012 – inizio 2013, mentre sono già stati avviati progetti di riqualificazione delle alzaie del Naviglio Grande.